I costruttori indicano sulle istruzioni o su una targhetta a bordo macchina il tipo e la quantità di refrigerante utilizzato, la distanza ed il dislivello massimi tra le unità esterna ed interna come indicato, a titolo di esempio, in figura 15.
Un’altra indicazione importante è la lunghezza delle tubazioni alla quale si riferisce la carica di gas effettuata dal costruttore (normalmente per circa il 50- 60% della lunghezza massima ammessa, come indicato a titolo di esempio nella tabella A). Con una lunghezza delle tubazioni superiore a quella indicata bisogna aggiungere refrigerante, nella quantità data dal costruttore stesso (grammi per metro di tubazione eccedente). Se la lunghezza fosse inferiore, l’impianto sarebbe sovraccarico con la conseguente necessità di recuperare completamente il refrigerante dall’impianto e ricaricarlo, con lo stesso refrigerante, nella quantità corretta. In realtà il costruttore (anche se non tutti) dà una distanza minima tra le due unità (normalmente 2 o 3 m), per cui un modesto eccesso di carica non mette a rischio il compressore e la piccola riduzione di resa rientra nelle tolleranza del sistema.
Tabella A - Carica del sistema | ||||
Grandezza |
Carica di refrigerante (g) |
Adatto fino a m |
Carica extra g/m | |
Solo raffrescam. |
007 |
630 |
10 |
25 |
Solo raffrescam. |
009 |
660 |
10 |
25 |
Solo raffrescam. |
012 |
730 |
10 |
25 |
Solo raffrescam. |
014 |
980 |
10 |
25 |
Pompa di calore |
007 |
630 |
10 |
25 |
Pompa di calore |
009 |
820 |
10 |
25 |
Pompa di calore |
012 |
940 |
10 |
25 |
Pompa di calore |
014 |
920 |
10 |
25 |
L’aggiunta della carica si può fare nelle tubazioni, con impianto fermo, o, meglio, con l’impianto in funzione, facendo aspirare (dall’attacco di servizio posto sul rubinetto di aspirazione) la quantità di gas mancante, misurato con il cilindro dosatore (R22) o con la bilancia elettronica (R410A, R407C).
Con tutti i nuovi gas (R407C, R410A, R417A...) è necessario effettuare l’aggiunta di refrigerante allo stato liquido in quanto trattasi di miscele la cui composizione è più stabile in quello stato, ma non bisogna farlo entrare allo stato liquido nel compressore, altrimenti si rischia la rottura meccanica dello stesso, in quanto il liquido non è comprimibile.
Quindi bisogna estrarlo dalla bombola allo stato liquido, ma farlo vaporizzare sul tubo di aspirazione, tramite un rubinetto di carica o il rubinetto del gruppo manometrico, che serve anche per dosarne la giusta quantità da immettere (figura 16).
La carica di un sistema split deve essere quella data dal costruttore più eventuali correzioni. Una mancanza di refrigerante riduce la resa del sistema e provoca un riscaldamento anomalo del compressore. Un eccesso di refrigerante, oltre a ridurre la resa del sistema e provocare un riscaldamento anomalo, mette a rischio di rottura il compressore, per “colpo di liquido”.